Soccorso in valanga
Test di funzionamento ARTVA

Gli apparecchi ARVA sono a tutti gli effetti apparecchi destinati al soccorso in valanga e sono oggigiorno l'unico mezzo che consenta ad un gruppo organizzato di effettuare un'operazione di soccorso ad un travolto da valanga, localizzarlo ed estrarlo rientrando in un'alta percentuale di probabilità di salvargli la vita.
E' chiaro che le condizioni per ottenere un risultato ottimale sono essenzialmente due:
La prima è la preparazione individuale all'uso del proprio apparecchio ARVA, conoscere al meglio i metodi di ricerca indicati dal costruttore, le caratteristiche di funzionamento, essere in buona sostanza padroni del proprio apparecchio sfruttandone le massime potenzialità.
A tal proposito al fine di raggiungere un livello di operatività tale da garantire che in caso di soccorso l'apparecchio venga gestito al meglio, è necessario effettuare più volte esercitazioni di ricerca simulando il più possibile situazioni diverse e sempre più difficili.
La seconda condizione è che l'apparecchio ARVA funzioni a dovere, e cioè che tutte le funzioni che caratterizzano quel tipo di apparato funzionino perfettamente.
La verifica di funzionamento ARVA va eseguita ad ogni inizio gita da parte di chi è in qualche misura responsabile del gruppo il quale deve secondo una procedure ben precisa verificare che tutti gli apparecchi ARVA funzionino perfettamente, e cioè che sia garantito il funzionamento di trasmissione e quello in ricezione.
Sembra banale, ma eseguire una verifica di funzionamento potrebbe sembrare cosa semplice, invece non è proprio così.
Alcune considerazioni mi portano a pensare che mentre fino a qualche anno fa gli apparecchi che erano presenti sul mercato avevano similmente le stesse caratteristiche, quindi poteva essere tutto sommato più semplice eseguire una verifica correttamente, oggi ritengo che non sia del tutto una cosa banale, proprio per il fatto che i modelli di apparecchi che circolano sono molto diversi tra loro, e nascondono caratteristiche che non tutti conoscono alla perfezione.
Apparecchi che hanno due antenne, apparecchi che forniscono una ricezione coadiuvata da segnalazioni di vario genere, (led luminosi, display a cristalli liquidi, apparecchi che operano solamente in modo automatico, altri che possono operare sia in automatico che in analogico).
Di seguito sono riportate per sommi capi le varie fasi che devono essere eseguite prima di ogni gita per verificare la corretta funzionalità di tutti gli apparecchi presenti nel gruppo.
Procedura di verifica di funzionamento (schema di base)
Il capo comitiva fa disporre tutti gli apparecchi in ricezione sul volume minimo. Questo serve a verificare il corretto funzionamento degli apparecchi in modalità ricezione.
Fa sfilare tutti i componenti ad una distanza di almeno 5 metri l'uno dall'altro e lui a distanza non superiore al metro verifica che tutti gli apparecchi ricevano il segnale da lui trasmesso. In questo modo il capo comitiva si accerta del funzionamento in trasmissione del suo apparecchio e del funzionamento in ricezione di tutti gli altri.
Una volta eseguita questa prova, fa disporre tutti gli apparecchi in trasmissione e li fa vestire definitivamente ad ogni componente.
Come in precedenza fa sfilare i componenti con le stesse modalità viste in precedenza e verifica questa volta che il suo apparecchio riceva correttamente tutti i segnali trasmessi, e che tutti gli apparecchi siano correttamente posti in trasmissione e che trasmettano correttamente il segnale.
Eseguita questa prova gli resterà solamente da posizionare il suo ARVA in trasmissione e proseguire la gita.
Tutti gli ARVA non dovranno più essere spenti o riaccesi fino alla fine completa della gita.
A questo punto lui ha eseguito una verifica corretta di funzionamento degli apparecchi ARVA presenti.
Considerazioni particolari
A seconda del tipo di apparecchio di cui stiamo verificandone il funzionamento, dovremmo adottare determinati accorgimenti, come detto precedentemente, potremmo trovarci di fronte ad apparecchi guasti che funzionano in modo non corretto, potremmo essere tratti in inganno da false indicazioni che nascondono dei problemi più seri.
Il problema più serio è la rottura dell'antenna in ferrite che causerebbe certamente l'emissione di un campo elettromagnetico di molto inferiore rispetto alla norma se posto in trasmissione, e riceverebbe invece il segnale con una portata estremamente limitata qualora fosse posto in ricezione.
Se noi verifichiamo il funzionamento di due apparecchi tradizionali analogici, il parametro che dovremmo adottare è costituito dal fatto di verificare la corretta trasmissione dell'altro ponendo il ricevitore al valore minimo di ricezione e deve in questo caso essere ricevuto il segnale trasmesso da circa 1,5 metri di distanza. L'orientamento delle reciproche antenne devono essere favorevoli alla ricezione del segnale.(polarizzazione)
La prova può essere invertita adottando le stesse modalità operative.
Nel caso in cui eseguiamo una verifica tra due apparecchi di cui uno è a tecnologia digitale, magari doppia antenna, le cose si complicano leggermente.
Se verifichiamo la trasmissione del digitale e riceviamo con un analogico, le cose sono abbastanza simili come per il caso di due analogici e simili sono le considerazioni da fare.
Se invece verifichiamo con un digitale posto in ricezione la trasmissione di un altro apparato analogico, dobbiamo tener presente alcune caratteristiche di funzionamento digitale onde evitare di essere tratti in inganno.
Tutti conosciamo che un apparecchio digitale quando riceve un segnale, sia esso proveniente da vicino oppure da distante, a livello acustico il segnale viene trasformato e reso udibile con intensità uguale in ambedue i casi. Praticamente il segnale acustico che ascoltiamo è un segnale contraffatto e generato dal ricevitore in modo stabilito dal costruttore.
Sarebbe a questo punto difficile per non dire impossibile capire se il trasmettitore o il ricevitore ha l'antenna rotta.
Non è assolutamente in questo caso sufficiente sentire un segnale se non siamo certi della distanza dalla quale proviene.
L'unico accorgimento che possiamo adottare è quello di controllare non tanto il suono prodotto, quanto invece la distanza espressa dal display del ricevitore.
E' chiaro che eseguendo la prova come da protocollo, in questo caso la distanza reale di circa 1,5 metri deve corrispondere grosso modo sul display a un numero variabile tra 1 e 2 metri. questa differenza dipende dalle reali distanze dei due apparecchi e dalla loro polarizzazione delle antenne.
Qualora la distanza espressa dovesse essere decisamente diversa, significa che il trasmettitore ha un problema di antenna rotta, ad esempio se: il valore letto è 12 metri e la distanza reale è di 1,5, significa che il ricevitore stà rilevando un campo elettromagnetico meno intenso per via dell'antenna rotta, ma allo stesso tempo lui lo associa ad una distanza come se realmente il trasmettitore si trovasse a circa 12 metri.
Questo è segno evidente di un problema serio che in caso di soccorso renderebbe le operazioni di ricerca estremamente difficoltose, sia nel caso di trasmissione di un segnale, che nel caso di riceverlo. Si andrebbero a sfalsare tutte le procedure di ricerca e cattura del primo segnale nel rispetto delle coperture dettate dalle portate utili.
Per contro è anche vero che gli apparecchi dell'ultima generazione hanno integrato una sorta di auto test che viene lanciato ogni volta che si accende l'ARVA
Non so realmente quanto però siano affidabili nel verificare problemi di antenna o altro.
Sicuramente una verifica accurata a inizio gita garantisce meglio la sicurezza del gruppo.
Prossimamente questa pagina verrà integrata con altre particolari prove e considerazioni da fare soprattutto con apparecchi digitali.